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Slepinir

 

DUILIO FORTE - Artista di origine italiana e svedese, si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, svolge attività di ricerca nel campo dell'arte con particolare attenzione alla dimensione spaziale. La sua opera è finalizzata alla realizzazione della

scenografia del quotidiano, l'universo epico in cui si muovono gli esseri umani. L'esperienza pratica della tradizione svedese con l'attenzione alla natura ed alla semplicità si fondono con il grande respiro e complessità della storia e della cultura artistica italiana. Fin dall'infanzia ha vissuto il contrasto tra le due culture come stimolo per la ricerca di una sintesi creativa, una dimensione spazio temporale dove possono convivere i due mondi. Per questo lancia il 12 febbraio 2009 in occasione dei 200 anni della nascita di Darwin, il movimento ArkiZoic. Il manifesto ArkiZoic delinea i capisaldi di uno stile artistico fondato sulla centralità dello spirito vitale, di quel soffio, anemos, che da 450 milioni di anni caratterizza in modo inequivocabile il nostro pianeta. AtelierFORTE si distingue nell'uso di due materiali principali: il legno ed il ferro. MATERIALI - Il legno principalmente nello sviluppo delle grandi opere architettoniche come nella serie Sleipnir, il mitico cavallo di Odino dalle otto zampe, che si fonde con la tradizione del cavallo di Troia sia per espugnare fortezze ed arsenali, che per scivolare leggero sulla laguna di Venezia o nei laghi del Bergslagen svedese. Il ferro domina invece nella plastica scultorea. I due materiali legandosi insieme creano opere con caratteristiche speciali. Strutture leggere e al tempo stesso molto resistenti. Due materiali antichi che concorrono alla definizione di un mondo proiettato nel futuro con radici profonde nel passato, nella storia e nella tradizione ATELIER FORTE - E' uno spazio in continuo sviluppo e mutazione dove nascono i progetti e le opere che concorrono a definire lo stile ArkiZoic. L'atelier è il luogo fisico in cui la contaminazione tra i diversi campi dell'arte e della cultura costituisce un atto creativo. I personaggi che animano gli spazi, come attori che interpretano il proprio ruolo, concorrono con varie competenze e capacità al compimento dell'opera, come avviene nel cinema o nel teatro.

 

LOGO - Il Logo di AtelierFORTE è la sintesi di alcune delle caratteristiche fondanti: i tre assi cartesiani, con il cubo al centro per rappresentare la tridimensionalità, ovvero la principale sfera d'azione dell'Atelier, un FORTE rinascimentale visto dall'alto, con i suoi

bastioni stellari e l'espansione in tutte le direzioni delle tre frecce. La forma triangolare del logo fa riferimento al Delta greco, iniziale di DVILIVS (da duellum, forma arcaica di bellum, guerra) quarta lettera dell'alfabeto greco dai contenuti simbolici che richiamano

il termine "porta", quindi apertura e passaggio. Infatti graficamente la lettera Delta è basata su un glifo degli alfabeti della media Età del Bronzo, probabilmente chiamato dalt, cioè porta (delet nell'ebraico moderno), basato su un geroglifico che rappresenta una porta. Dal 2003 organizza ogni anno il corso estivo StugaProject nella foresta svedese. Nel 2008 partecipa con l’opera Sleipnir Venexia alla XI Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2009 un’ampia retrospettiva dell’attività dell’Atelier viene presentata all’interno della Sala della Scherma presso la Fortezza da Basso a Firenze dove sugli spalti del Sangallo svetta con i suoi 19 metri di altezza l’opera Sleipnir Florentia. Il 12 settembre 2009 in occasione dei 90 anni della presa di fiume da parte di Gabriele d'Annunzio e dei suoi 2500 legionari, AtelierFORTE realizza l'opera Sleipnir Nuncius presso il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera.

 

Sleipnir Albus

AtelierFORTE realizzerà a Capalbio l'opera Sleipnir Albus, l'ultima delle opere della serie dedicata al cavallo di Odino dell'artista Duilio Forte. Di color grigio, dotato di otto zampe, Sleipnir è il migliore cavallo che esista, il più veloce, in grado di cavalcare il cielo e le acque, e anche lungo gli altri mondi. Il suo nome significa “colui che scivola rapidamente”. Snorri Sturluson, basandosi su vaghi accenni contenuti nella Völuspá, racconta la nascita di Sleipnir. Un abile costruttore aveva stretto un patto con gli Dei: in diciotto mesi avrebbe eretto un muro possente in grado di difenderli dai giganti, loro nemici; in cambio avrebbe ricevuto in dono Freyja, il Sole e la Luna. Gli dei, su consiglio di Loki accettarono, ma a patto che il muro fosse terminato entro l’Estate. Quando però mancavano solo tre giorni all’Estate era ormai evidente che il costruttore sarebbe riuscito a finire in tempo la sua opera, anche grazie all’ajuto di Svaðilfoeri, il suo possente cavallo. Gli dèi decisero che si doveva fare qualcosa, se non volevano perdere Freyja. Si interrogarono su chi avesse spinto per accettare il patto, e quando si ricordarono che era stato Loki lo costrinsero a rimediare. Lui si trasformò in puledra, sedusse Svaðilfari facendosi inseguire per un giorno e una notte, interrompendo così i lavori. Ripeté il trucco per tutte le tre notti e i tre giorni seguenti. Quando fu evidente che il muro non sarebbe stato completato per tempo, il costruttore fu preso da un’ira bestiale, rivelando che in realtà era egli stesso un gigante. E allora Thor, che dei giganti è il maggior nemico, gli fracassò il cranio con un colpo di Mjöllnir, il suo martello. In seguito Loki partorì da Svaðilfari un puledro grigio con otto zampe, Sleipnir, che divenne il cavallo di Odino poiché era il cavallo più veloce e possente di tutti.

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