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Venerdì 25 aprile alle ore 18 nei suggestivi spazi espositivi del Frantoio, a Capalbio (Gr), verrà inaugurata la mostra “Callegrafia” personale dell’architetto e pittore Silvio Pasquarelli. L’esposizione, che raccoglie circa 70 dipinti ad olio di varie dimensioni realizzati dagli anni ’90 ad oggi, è incentrata sullo studio delle forme e dei colori delle calle. Il forte legame tra l’artista e il borgo maremmano è nato nel maggio del 2007, durante la mostra “Ozio Simbolico” di Antonio Romano, insieme al quale realizzò l’immagine-simbolo della città di Capalbio. Proprio durante questo periodo Silvio Pasquarelli ha cominciato a maturare l’idea di voler raccogliere e raccontare la sua ricerca espressiva, fondata su una lettura personale dei princìpi base della pittura. Come destino comune a molti pittori impegnati in un simile percorso, questa ricerca si esprime attraverso l’ossessione di un tema ricorrente, che nell’opera di Silvio Pasquarelli prende la forma di un fiore: la calla. “Da architetto uso a coniugare razionalità e leggi geometriche - spiega Silvio Pasquarelli - sono incuriosito e affascinato dalla calla, che nella sua natura botanica e formale ne è la loro contraddizione. Nonostante la sua particolare conformazione, asimmetrica, eccezionale anche nel catalogo botanico e la vasta molteplicità delle sue immagini, è pur sempre immediatamente riconoscibile. La particolarità del suo non-colore bianco filtrando il riverbero del giallo intenso della sua spata, ci restituisce un caleidoscopio di allusioni cromatiche che nei miei quadri metto in dialogo col pigmento dei fondi cromaticamente saturi e definiti”. Dalla presentazione del critico Maurizio Marini: “La metafora di un fiore che non c’è e di una forma che cambia, non solo per i punti di vista ma dal lume che lo circonda: da qui le campiture, chiuse e rigorosamente monocrome degli sfondi. In tal modo Silvio vorrebbe alludere ad una esistenza dei suoi “floralia” all’interno di un limbo vissuto nell’ambiguità di una atmosfera-colore, qual’è memore del nirvana anaprospettico di Roy Liechtenstein e Andy Warhol. Infatti, più che vegetale e botanica, questa calla-ikona sfora nella malacologia. La calla di Silvio sembra tornare a quel mondo unico, ma ibrido, concettuale e fantastico, dai confini naturali incerti, quale scaturisce dall’infinita suggestione di un caleidoscopio barocco. Il candido calice cambia continuamente, come la guglia a spirale di Borromini a Sant’Ivo alla Sapienza o come gli scogli Berniniani, trafitti da acqua e sole, a Piazza Navona... Un dialogo su una forma polivalente quale si riscontra nell’istallazione tassonomica di cinquanta tele in scala minima: una traslazione in piano-sequenza d’allusione quasi cinematografica, vale a dire la “consecutio temporum” tra “kinesis” e stasi di un fiore che dipana le proprie immagini… Questa, tuttavia, se da una parte è al limite della sintesi, dall’altra sta attuando la nuova, perenne, metamorfosi in chiave “liberty”, del fiore che non c’è e del giardino inesistente che ne deriva”. Biografia di Silvio Pasquarelli Laureato in Architettura presso I.U.A.V. di Venezia. Collabora con AreA dal 1991 in qualità di consulente artistico e di ideatore di concept. Professore di Disegno Industriale e di Visual Graphic Design presso Sapienza - Università di Roma I^ Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni. Dal 1992 al 1997 è stato professore presso il Dipartimento Architettura d’Interni, Istituto Europeo di Design Roma. Pittore dal 1965, ha esposto ed è stato curatore di mostre in alcuni dei centri culturali più rinomati come il Palazzo delle Esposizioni di Roma tra il 1965 e il 1971. Nel 1973 vince il concorso per le nuove vetrate della nuova sede dalla Pretura di Roma. Nel 1978 espone la sua opera “VistaVision” presso l’Istituto MIDES di Roma presentata da Filiberto Menna, nel 1983 “Architetture Allusive” presso la Galleria del Cortile di Roma presentato da Francesco Meschini, nel 1992 espone al Banco de Costrution di Caracas, nel 1998 presso il Museo Archeologico di Palestrina e nel 2000 presso la Galleria Borghese di Roma. Vive e lavora a Roma.

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