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Personal Geography
PhC 2011_III Ed.

Giunto alla terza edizione, PhC Capalbiofotografia sceglie “Personal Geography” come tema, sottolineando la sua identità di attaccamento al territorio e di laboratorio di altissima ricerca artistica.

Nella definizione di geografie personali la fotografia è un mezzo privilegiato, le geografie si definiscono con gli occhi, e la fotografia è il mezzo più diretto per archiviare queste visioni. Il suo compito diventa sempre più quello di documentare mappature personali, in equilibri tra grandi e piccole aree, confini storici e intimi, e talvolta evocazioni della presenza umana.

Superato il novecento, secolo dove si è completata l’esplorazione del pianeta e la sua mappatura topografica, oggi molti artisti e fotografi lavorano alla costruzione di un rapporto diretto con la terra, elaborano geografie personali, e la fotografia è spesso il mezzo prescelto per questi studi. Noi ne raccogliamo alcuni e ve li mostriamo.

La mostra principale del festival sarà la collettiva “Personal Geography” con otto fotografi, quattro stranieri e quattro italiani (David Farrell, Pieter Hugo, Pablo Lopez Luz e Guy Tillim, e gli italiani Antonio Biasiucci, Pier Giorgio Branzi, Marco Delogu e il duo Gioberto Noro). Due le grandi novità di quest’edizione: il 18,19 e 20 marzo si svolgerà, presso l’associazione Il Frantoio, un workshop tenuto da Guy Tillim, con dodici studenti provenienti da tutto il mondo, e che culminerà in una mostra collettiva che aprirà il festival in contemporanea con la collettiva “Personal Geography” sopra citata, e con la seconda novità del festival: uno spazio chiamato “The Gallery”, dedicato a opere, in tiratura speciale per il mercato, prodotte da fotografi che partecipano all’edizione 2011 o hanno partecipato alle precedenti edizioni del PhC Capalbiofotografia. Chiuderà il primo ciclo di mostre dell’edizione 2011 una mostra collettiva dal titolo “Teen View” dove tre giovani adolescenti presenteranno le loro “geografie personali”.

Come sempre mostriamo grandi capacità produttive e di innovazione nel portare in Maremma la grande fotografia internazionale, nel rinnovarci, nel lavorare sul territorio e con il territorio, nel pensare la fotografia come una disciplina profonda e accessibile, e nell’attenzione a quello che succede nei grandi musei e gallerie internazionali: nello stesso periodo Pieter Hugo e Guy Tillim saranno in mostra al Victoria&Albert Museum di Londra, Pier Giorgio Branzi e Marco Delogu al Museo della Fotografia di Mosca e Antonio Biasiucci presso la galleria Magazzino di Roma.

PhC, nell’intento di vivere e presentare il territorio, ha, nella passata edizione del Festival, racccolto e a suo modo raccontata la storia del Parco Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane che, tenacemente voluto da comunità che rifiutavano con la chiusura delle miniere di veder scomparire i segni della propria storia, concorre alla salvaguardia ed allo sviluppo del territorio riscoprendo la sua dimensione immateriale.

I reportage fotografici di David Schivo, Dimitri Angelini, Giampiero Mulas, così come le vecchie foto dell’importante archivio del Parco condussero lo spettatore in un viaggio di grande suggestione tra i cambiamenti del presente e le memorie del passato

In questa terza edizione del Festival, anche per celebrare l’ingresso del Parco nell’elenco delle aree protette dall’UNESCO, avvenuto nel 2010, lanciamo il progetto di mostra che si svolgerà nel prossimo autunno e che attraverso la proiezione di filmati storici, concessi dall’archivio dell’Istituto Luce, e la documentazione fotografica area di David Schivo, coinvolgendo, storia e natura,“mapperà” questo perla della Maremma sviluppando un percorso di conoscenza del territorio, alla scoperta del genius loci che segna un’irripetibile identità che fa amare questi luoghi da subito.

Prodotto da Maria Concetta Monaci, direzione artistica Marco Delogu.

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