A volte i momenti di difficoltà impongo una serie di invettive che poi possono portare a costruire delle nuove ed interessanti realtà, e così dopo due anni impossibilitati nel poter fare una mostra del PhC CapalbioFotografia all'interno dello spazio espositivo dell Ass.Cult "Il Frantoio", abbiamo ripensato alla modalità espositiva delle foto: abbiamo colto l'occasione per uscire fuori dagli spazi classici di una mostra, la difficolta del caso ci ha portato al creare una mostra diffusa per tutto il territorio capalbiese. Abbiamo creato il PhC OFF: un modo per andare oltre lo spazio chiuso, un sentiero che porta ad esplorare il territorio. In questa prima edizione abbiamo deciso di filare più una storia che parta da una memoria della metà del '900 per arrivare ai giorni nostri.
L'intenzione principale è far conoscere un territorio che parte dalle fondamenta, dalle persone che sono arrivate in questi luoghi e che sono rimasti a viverci, far vedere una Capalbio che ha tante piccole storie da raccontare e che assieme creano la memoria di questo luogo. Riuscire a creare un fil-rouge che parta da una memoria collettiva inziando dagli anni ’50, per arrivare a crearne un’altra partendo dagli ultimi anni e che possa integrare quella esistente: a futura memoria e per creare uno Zeitgeist che vada sempre ad evolversi con il tempo, creare un punto di partenza per le future memorie generazionali.
Il progetto vorrebbe creare un viaggio tra la memoria, nel territorio maremmano-capalbiese, che parte dagli anni della Riforma Agraria e arriva ai giorni nostri. Le foto, stampate su manifesti da affissione esterna, saranno messe in tutto il territorio del Comune di Capalbio sugli appositi spazi sparsi nel capoluogo e nelle frazioni.
Le foto fatte ex-novo riguarderanno: ritratti di persone, architetture, paesaggi. I ritratti riguarderanno abitanti del territorio e nuovi residenti. Le foto riguardanti le famiglie riformatarie prenderanno un raggio generazionale che parte dai primi lavoratori degli anni ’50 fino ad arrivare agli ultimi nipoti; le foto riguardante i “nuovi capalbiesi”, prenderanno persone che si sono trasferite nel territorio ed hanno una storia profonda con esso. Le immagini di architettura riprenderanno: ex casali abbandonati, strutture risalenti alla riforma e spazi nati con essa. Le foto di paesaggi (scattate insieme a quelle di architetture da Vittorio Campana), andranno a fare una descrizione del territorio e dare un’impronta di visione più ampia di luoghi tipici della zona. Il tutto sarà aimpreziosito dalle foto di archivio dell’ARSIAL, dell’Istituo Luce e di archivi sia privati che comunali che andranno a descrivere la vita in questo territorio durante i primi anni ’50 per proseguire negli anni delle generazioni che si sono susseguite.
Il tutto sarà come un gioco di incastri di tessere in cui, alla fine, lo spettatore potrà vedere una storia diversa e più intima del Comune, una storia che rifugge le ultime mode di gossip e le chiacchiere da VIPs, ma troveranno una storia più vera e umana del nostro territorio.
A Capalbio, la mia terra:
"OGGI REGNA IL SOLE
SOPRA IL CAMPANILE E SULLA ROCCA.
REGNA IL SOLE SULLE CASE
DEL TUO ANTICO CASTELLO.
OGGI REGNA IL SOLE
NELLE TUE CAMPAGNE
DOVE NASCE LA VITA,
E LAGGIÙ NEL GRANDE MARE
DA DOVE S'ILLUMINA DI LUCE
IL NUOVO ORIZZONTE DI CAPALBIO"
(Luciano Domenichelli, dall'incipit del suo libro "Capalbio, terra di frontiera")
Ritratti: linee temporali
foto di Dimitri Angelini
Dimitri Angelini (*1983).
Dopo gli studi in musicologia a Firenze si trasferisce a Roma dove sarà assistente allo studio di Marco Delogu, con cui tutt’ora collabora per la direzione artistica del PhC CapalbioFotografia. Dal 2011 al 2018 si trasferisce a Berlino e inizia uno studio più approfondito di urban and social landscape, riguardante la normalità quotidiana ed elevarla a studio di interesse: creando dei progetti in cui gli insegnamenti della Scuola di Düsseldorf e Luigi Ghirri sono molto presenti . Attualmente lavora a progetti tra Germania e Italia di humanistic-photography, social landscape, ritratti di persone con background in comune, urban nature e paesaggio. Nel 2021 inizia un progetto di ritratti, riguardante le generazioni che sono succeduto nella sua terra di origine: Capalbio. Attualmente ha progetti in divenire tra Berlino e Capalbio.
A breve racconterò del mio progetto di ritratti.
Charlie M.
(1987, New York City)
Charlie è un giovane artista, un pittore.
Dopo aver studiato arte tra gli USA e lo UK nel 2016 approda in Italia, e verso il 2017 viene ad abitare a Pescia Fiorentina. Nel 2017 fonda, insieme ad altri artisti uno studio/galleria d'arte che serviva per la creazione di progetti e residenze d'artista. Pittore soprattuto di paesaggi, ha voluto fare questa foto di fronte alla collina che vide quando approdò in nella Maremma capalbiese e che ha ispirato molte sue creazioni.
Ennio L.
(1939, San Benedetto dei Marsi)
Ennio è stato per anni il parrucchiere/barbiere di Capalbio.
È arrivato quando aveva circa 12 anni, quindi circa nel 1951, con la popolazione abbruzzese che si insediava -grazie alla Riforma Agraria- nelle campagne e nelle frazioni circostanti. Al contrario della maggior parte dei suoi conterranei venuti in questo territorio (che prendevano possesso delle terre e dei poderi), Ennio si è subito stabilito a Capalbio paese. Durante il militare inizia la sua vocazione da parrucchiere. Grande camminatore e maratoneta, negli anni ha percorso diverse maratone per tutta Italia e tutt'ora si inerpica per i sentieri capalbiese percorrendo kilometri.
La foto è stata fatta in un sentiero, dove da Capalbio si può arrivare fino al mare.
Beniamino P.
(1981, Milano)
Beniamino ha una azienda biologica e produce vino e olio, tra le prime se non la prima ad essere certificata biologica nel territorio capalbiese.
La famiglia di Beniamino è originaria di Milano, arrivarono qua nei primi anni '80. Dopo l'acquisto di un podere con annesso vigneto, originariamente dell' Ente Maremma, iniziano a fare avanti e indietro da Milano: inizia a insinuarsi l'idea di abbandonare Milano, stabilirsi in Maremma e dar vita alla produzione di vino e olio biologici. Beniamino torna stabilmente a Milano negli anni universitari, terminati i quali ritorna nella Maremma capalbiese e continua quella che oramai è diventata la principale attività di famiglia: creare eccellenze nell'ambito vitivinicolo. Attualmente è presidente della associazione CapalbioèVino, che raccoglie le realtà enologiche del territorio.
La foto l'abbiamo voluta fare in mezzo alla vigna, dove si può percepire in lontananza una collina di olivi.
Anna S.
(1940, Orbetello)
Anna è originaria di un paese non tropo lontano da Capalbio: Orbetello.
Arriva dal paese lagunare, insieme al marito, intorno agli inizi degli anni '70. Figura molto importante sia per il lavoro svolto sia per il lato umano, per la formazione di generazioni di capalbiesi, in quanto fino a circa la fine degli anni '90 esercitava l'importante compito di maestra elementare nelle scuole di Capalbio Scalo: per molti è ancora la Maestra Anna, nonostante sia oramai in pensione.
La foto è stata fatta nel complesso delle scuole primarie di Capalbio Scalo.
Flavio B.
(1979, Orbetello)
La famiglia di Flavio ha origini abruzzesi, vennero qua nel territorio capalbiese durante la riforma attuata dall' Ente Maremma.
Dopo il diploma in agraria gira per alcune aziende vitivinicole della Toscana, ricoprendo principalmente lavori di responsabile della cura e della produzione della vigna. Tornato a casa, crea insieme al fratello un'azienda agricola che ampliano con la produzione di vino e olio. Da poco si sono affacciati nel settore del turismo ed in particolare dell'ospitalità.
La foto è stata scattata nell'oliveto dell'azienda.
Jamel G.
(1963, Tunisi)
Jamel arriva insieme al fratello dalla Tunisia, sbarca in Ialia -per la precisione in Sicilia- all'inizio degli anni '80. Verso il 1984 arriva a Firenze dove inizia il lavoro nell'edilizia, nel 1986 arriva a stabilirsi vicino Capalbio Scalo dove tuttora dimora in pianta fissa, si è talmente radicato sul territorio che va a caccia con le "squadre" del territorio. Negli anni si è costruito una famiglia, ha una moglie e dei bambini. Attualmente lavora ancora nel mondo dell'edilizia.
La foto è stata scatta in un campo dove si svolgono annualmente il palio delle contrade e la sagra storica del cinghiale. Un punto d'incontro importante, un punto di aggregazione sociale dove turisti fissi e non, si incontrato con i capalbiesi.
Luisa G.
(1993, Barga)
Luisa arriva nel territorio capalbiese intorno al 2017
Laureata in Enologia a Pisa, dopo vari stage ed esperienze in aziende importanti italiane soprattutto in Toscana, approda in questi lidi maremmani per lavorare in una grande ed importante azienda vitivinicola del territorio,
La foto è stata scatta in un momento di relax, verso l'ora dell'aperitivo, sulla spiaggia che più piace a Luisa: tra Ansedonia e la Torba.
Iacopo A.
(1990, Orbetello)
Iacopo è di origine sia sarde sia calabresi, ma un capalbiese di nascita. I nonni paterni vennero agli inizi degli anni '50 dalla Calabria (con loro viaggiava anche mia nonna materna), la madre ha origini sarde. Iacopo, insieme ad altri ragazzi di Capalbio, ha dato vita ad un nuovo stabilimento balneare, una bella e nuova realtà creata dalle nuove generazioni che sono nate nel territorio.
La foto è stata scatta sulla spiaggia dove si trova lo stabilimento creato da Iacopo ed altri ragazzi di Capalbio.
Roberto B.
(1940, Orbetello)
Roberto è originaria di un paese non tropo lontano da Capalbio: Orbetello.
Arriva dal paese lagunare, insieme alla moglie, intorno agli inizi degli anni '70. Roberto, che ora è in pensione, era il capo-stazione della fermata ferroviaria di Capalbio Scalo.
La foto è stata fatta davanti al passaggio a livello di Capalbio Scalo, oramai chiuso da anni.
Simone S.
(1987, Siracusa)
Simone arriva a Capalbio nel 2014.
Dopo la Laurea in Enologia a Pisa, gira in diverse realtà vitivinicole sia in Italia che all'estero. Dopo una ulteriore formazione raggiunge questi "terroir" maremmani, dove inizia a lavorare per una grande ed importante cantina del territorio capalbiese, in qualità di responsabile della vigna e del controllo della produzione in loco.
La foto è stata fatta, in un momento di relax, davanti al tratto di costa capalbiese che più ha colpito Simone: la spiaggia libera tra Ansedonia e La Torba.
Redita D.
(1962, Vrancea-Focșani)
Redita arriva a Capalbio, dalla Romania, agli inizi degli anni 2000.
Inizia a lavorare come badante per una famiglia del luogo, dopo qualche anno ha dovuto cambiare lavoro e ha iniziato a fare altri mestieri, oltre a quello più cardine che è quello di badante di persone anziane, mestieri come: pulizie delle case, lavori stagionali in cucina, etc...
Dopo un lutto avvenuto in famiglia, poteva tornare a casa in Romania, ma alla fine ha deciso di rimanere a stare nella casa vicino a Capalbio Scalo, dove si trova bene tra la quiete maremmana e il temperamento delle persone.
La foto è stata fatta a Capalbio Scalo, in un sentiero che porta ad un campo, che costeggia la ferrovia: un punto di arrivo e di partenza.
Enrico B.
(1977, Orbetello)
La famiglia di Enrico ha origini abruzzesi, vennero qua nel territorio capalbiese durante la riforma attuata dall' Ente Maremma.
Dopo la Laurea in Lettere ad indirizzo cinematografico, inizia a lavorare come videomaker freelance e collabora con montatori di livello internazionale. Dopo qualche anno torna in maniera più fissa nel territorio capalbiese, dove attualmente ha avviato (insieme al fratello) un'azienda vitivinicola e di produzione di olio di oliva, che da poco si è affacciata anche al settore dell'ospitalità turistica. Attualmente Enrico si divide tra l'insegnamento alle scuole superiori, l'attività di montatore/videomaker e l'azienda di famiglia.
La foto è stata scattata nel campo di fianco alla vigna, spazio ora adibito all'accoglienza dell' agri-camping.
Memoria storica e collettiva
a cura di Dimitri Angelini e Enrico Menduni
"cartoline"
Le cartoline sono state sempre un mezzo di comunicazione, tutt'ora ne sentiamo -in questa era digitale- una certa mancanza: l'attesa della cartolina dalle vacanze, delle feste e degli amici. Le foto nelle cartoline coprono un arco temporale che va dagli anni '70 alle fine degli anni '80 del '900.
Le cartoline sono state prese da archivi privati.
"momenti in famiglia e con gli amici"
In una foto possiamo vedere una coppia, che trascorre insieme del tempo presso la spiaggia di Macchiatonda (sullo sfondo lo stabilimento Carmen Bay). La foto è stata scattata all'inizio degli anni '80.
Nella foto di gruppo con un campanile sullo sfondo, fatta a Borgo Carige alla fine degli anni '80 , si nota una folla intenta a guardare qualcosa che sfugge all'inquadratura....è inverosimilmente una gara di fuori strada. La pista era stata fatta vicino al campo sportivo, dove ora ci sono le nuove case a schiera. Per avere un punto più preciso del luogo, si può notare il campanile della chiesa della "Carige" (come comunemente viene chiamata dai capalbiesi) sullo sfondo.
( archivio privato)
"lavoro e comunità"
Nella prima immagine possiamo vedere un gruppo di donne, intente a raccogliere il tabacco essiccato (prodotto principalmente per la creazione del famosissimo sigaro toscano) per poi poterlo spedire al Monopolio di Stato e venderlo. Una bambina in un momento di pausa dalla scuola guarda incuriosita il lavoro che stanno svolgendo le signore, di cui probabilmente una di esse è sua madre. La Toscana ha una lunga tradizione di coltivazione di tabacco: basta guardare la storia del famoso sigaro.
(foto a sinistra: archivio comunale)
Nella seconda foto la trebbiatura e la presa del grano. Questa foto è stata fatta in un momento di pausa di alcuni lavoratori, dove contenti per il momento importante della mietitura posano davanti al fotografo facendo un brindisi. L'immagine è databile della prima metà degli anni '50, probabilmente vicino alla località del Chiarone.
(foto a destra: archivio privato)
"momenti di svago e aggregazione"
Nella foto a sinistra serata in allegria, con concorso canoro e balli. Un momento di svago per gli assegnatari dell'Ente Maremma. L'immagine, scattata a Borgo Carige, risale alla seconda metà degli anni '50.
(archivio comunale)
Nella foto a destra si posso vedere le tipiche vacche dal colore candido: la famosa razza Chianina, un eccellenza della Toscana e della Maremma. In circolo si posso notare i Butteri di Maremma, che controllano e scrutano l'entrata del carro e de buoi alla Fiera di Borgo Carige. L'immagine è della prima metà degli anni '60.
(archivio comunale)
"premiazioni e diplomi"
Nella immagine a sinistra si può leggere, alle spalle del ragazzo premiato, lo striscione che recita: Quiz dell'Assegnatario: e già ci possiamo immergere nel clima disteso di gioia per un momento ludico e di divertimento, tra un lavoro nei campi e l'altro, delle famiglie che hanno preso posto in questa parte della Maremma: famiglie di coloni provenienti soprattutto dall'Abruzzo. La foto è probabilmente stata scattata all'interno del cinema/teatro costruito a Borgo Carige, temporalmente può essere messa tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60.
(archivio comunale)
Nella foto a destra, Mario Bandini (presidente dell'Ente Maremma) stringe la mano ad una giovane donna che ha concluso un corso di formazione professionale, con profitto e le consegna il suo certificato. Nella foto si possono notare:Ennio Barcaccia, Andrea Ottolini e una coppia di anziani che probabilmente saranno stati i professori della ragazza. La data e il luogo non sono certi, ma con molta probabilità la foto è databile tra la fine del 1950 e i primi anni del 1960, la località potrebbero essere le scuole di Borgo Carige o Capalbio.
(archivio comunale)
Paesaggi e architetture
di Vittorio Campana
Dedico questi scatti alla Maremma, terra a me molto cara, che mi ha accolto e ospitato sin dai tempi della mia infanzia. Terra forte e calda dalle grandi distese poco abitate che riesce ad infondere nuova energia alla mente e allo spirito.
Colori caldi a perdita d’occhio che si fondono col cielo, figure geometriche che solcano la terra come quadri astratti che si susseguono grazie al lavoro sapiente dei suoi abitanti. E poi l’uomo, oggi come ieri, che lascia traccia del suo esistere, quasi in punta di piedi per non rovinare tanta armonia.
Il progetto nasce proprio da qui, il mio obiettivo fotografico come imparziale osservatore di queste opere dell’uomo e nello specifico di quelle realizzate negli anni Cinquanta.
L’essenzialità dell’immagine come esigenza concreta di documentazione asettica, impersonale del vissuto: io, fotografo, spettatore attento e passeggero.
Vittorio Campana nasce a Roma nel 1990.
Dopo aver frequentato il Liceo linguistico, si diploma al corso triennale di fotografia all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata con sede a Roma nello storico quartiere di San Lorenzo. Nei tre anni di scuola ha appreso tutte le tecniche fotografiche partendo dalla fotografia analogica, incluso lo sviluppo e stampa della pellicola; proseguendo con la fotografia digitale e acquisendo competenza sulle moderne tecniche di post produzione. Sin da piccolo viene attratto dall’arte dell’immagine, quindi la fotografia ed il cinema. Ha lavorato per alcuni periodi in set cinematografici e televisivi. La fotografia comunque rimane il mezzo di ricerca fondamentale, quello con cui più si trova ad esplorare la realtà che ci circonda.